Il trend crescente della sostenibilità
La sostenibilità, fino a qualche anno fa semplice valore aggiunto, è diventata oggi una necessità. I viaggiatori cercano esperienze rispettose dell’ambiente, e preferiscono destinazioni e strutture che adottano pratiche green.
Secondo un recente rapporto dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), più del 70% dei turisti vorrebbe ridurre l'impatto ambientale dei propri viaggi, mentre secondo il report previsionale di Skyft per il 2025, ben il 60% delle persone ritiene che la sostenibilità influenzi le proprie decisioni in fatto di viaggi. Questo significa che, sempre più, opteranno per strutture che utilizzano energie rinnovabili, riducono il consumo di plastica e valorizzano le comunità locali.
Per le aziende turistiche, quindi, investire nella sostenibilità diventa un’operazione strategica per attrarre clienti nell’immediato (e per contribuire a salvare il pianeta, non dimentichiamolo), ma anche per migliorare la propria reputazione in ottica futura.
Overtourism e differenziazione delle destinazioni
L’overtourism, ovvero il sovraffollamento turistico, è una delle sfide più pressanti del settore. Le destinazioni più popolari rischiano di perdere il loro fascino a causa dell’eccessivo affollamento di turisti, mentre molte località meno conosciute rimangono escluse dai flussi turistici.
Il turismo di massa non impatta solo l'ambiente, con esempi emblematici come Venezia o i comprensori alpini, ma pone anche sfide sociali. Quando molti alloggi vengono destinati ai turisti, per i residenti può diventare più complicato trovare soluzioni abitative. Per affrontare questa situazione, città come Roma e Barcellona stanno sperimentando nuove regolamentazioni e iniziative. Trovare un equilibrio tra turismo e vita locale è una sfida complessa, ma anche un'opportunità per costruire modelli più sostenibili e inclusivi per il futuro.
La conseguenza di questo fenomeno è quello del destination dumping: cioè la tendenza dei viaggiatori a evitare le tradizionali mete di massa, per cercare di scoprire destinazioni simili, ma con meno afflusso di persone e, quindi, prezzi più bassi. Secondo un’indagine di Skyscanner, il 93% dei viaggiatori è disposto a valutare destinazioni del genere per i suoi prossimi viaggi. Anche il report di ThinkWithGoogle che analizza le tendenze turistiche da qui al 2040 conferma questo trend: ad esempio, l’interesse per alcune regioni poco conosciute dell’Indonesia cresce più velocemente rispetto a quello per Bali.
Consigli per diventare una struttura turistica sostenibile
Naturalmente, le soluzioni di questi problemi non possono essere immediate e vanno inquadrate in un piano coordinato e organizzato a livello territoriale. Nel nostro piccolo, però, ci sono alcune iniziative che possiamo intraprendere.
Per andare incontro alle esigenze di sostenibilità del viaggiatore, ad esempio, puoi:
- offrire al tuo ospite esperienze sostenibili a contatto con la natura o a impatto zero;
- usare prodotti a chilometro zero e secondo la stagionalità, in particolar modo nel settore food & beverage, ma anche nei prodotti da bagno, collaborando con fornitori del territorio;
- ridurre l’uso della plastica, sostituendo i prodotti monouso con alternative riutilizzabili o compostabili;
- utilizzare prodotti ecosostenibili per le pulizie;
- gestire i rifiuti in modo responsabile, implementando e promuovendo la raccolta differenziata;
- installare sistemi di pannelli fotovoltaici o solari, e sistemi di recupero od ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua;
- sensibilizzare i tuoi ospiti spiegando come possono contribuire a ridurre l’impatto del loro soggiorno;
- comunicare nella tua struttura e attraverso i tuoi canali social ciò che fai per l’ambiente, ma anche le eventuali iniziative green che mette in atto la località in cui ti trovi.
Per evitare l’overtourism, invece, la parola d’ordine è diversificare. E, quindi, attuare strategie per distribuire i flussi di persone e ridurre così l'impatto sull'ambiente e sulle comunità.
Come puoi fare? Ecco alcuni suggerimenti:
- destagionalizza l’offerta, cioè punta ad attirare clienti in bassa stagione, organizzando attività (convegni, seminari, mostre) che attirino un pubblico specifico, o ideando pacchetti-vacanza allettanti e convenienti;
- crea pacchetti “soggiorno a chilometro zero” sfruttando le opportunità di mobilità gratuita offerta da molte card territoriali (come la Trentino Guest Card, per esempio) che puoi includere nella tu offerta;
- promuovi attrattive o itinerari nel tuo territorio alternativi rispetto a quelli classici; quelli, cioè, su cui altri non puntano e che sono trascurati. In questo modo, inoltre, caratterizzerai la tua offerta in modo unico e potrai attirare viaggiatori che appartengono a nicchie particolari.
Ogni piccolo passo conta e contribuisce a costruire un’immagine positiva della tua struttura, e ti rende capace di attrarre un pubblico attento e consapevole.
Le certificazioni green in ambito turistico
Per distinguerti e far conoscere il tuo impegno in ambito green, le certificazioni ambientali sono un ottimo mezzo. Rappresentano, infatti, una garanzia di affidabilità per i viaggiatori e un vantaggio competitivo rispetto alle altre strutture. Ci teniamo a specificare, comunque, che pur avendo valore come strumento di marketing, rappresentano umn impegno concreto verso un turismo più responsabile.
Tra le più rilevanti nel panorama internazionale spiccano:
- la certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council); considerata uno standard globale per la sostenibilità nel turismo, la GSTC è conferita da un organismo internazionale senza scopo di lucro e garantisce che le strutture rispettino criteri rigorosi in ambito ambientale, sociale e culturale. È riconosciuta in tutto il mondo ed è una sorta di sigillo di qualità per chi vuole distinguersi come apripista nel campo della sostenibilità. Alcuni territori, come la Valsugana e il Garda Trentino, stanno intraprendendo dei progetti di certificazione coinvolgendo il maggior numero di strutture possibili;
- L’Ecolabel UE, il marchio ufficiale dell’Unione Europea per prodotti e servizi eco-compatibili. Nel settore turistico, certifica strutture che riducono l’impatto ambientale attraverso la gestione efficiente delle risorse, la limitazione dei rifiuti e l’adozione di pratiche sostenibili. Dura da 3 a 5 anni e si ottiene con una verifica sul luogo.
Ottenere queste certificazioni richiede degli investimenti iniziali e un piano ben definito, ma i benefici sono duraturi: a ripagare lo sforzo, infatti, c’è il ritorno in termini di reputazione e fiducia dei clienti, ma anche l’impatto positivo sul territorio.